Si chiama “See and Treat”, il modello organizzativo ideato per ridurre il sovraffollamento e i tempi di attesa nei Pronto Soccorso che verrà sperimentato, primo in Sardegna, all'ospedale San Francesco di Nuoro.
In particolare, il modello organizzativo prevede che il paziente venga preso in carico, in un'area dedicata del Pronto Soccorso, da un infermiere con una specifica formazione e seguendo protocolli predefiniti, consentendo così una gestione più rapida ed efficiente dei casi a bassa complessità.
Si tratterebbe di urgenze minori differibili o non urgenze, di chiara pertinenza mono specialistica, alle quali nella fase di Triage è stata attribuita una codifica di urgenza minore. Situazioni che possono essere gestite direttamente dagli infermieri, sostenuti da specifici protocolli sanitari aziendali e adeguata formazione, in autonomia professionale, in grado di valutare, trattare e dimettere il paziente, previa condivisione con il medico.
Tale modalità assistenziale non potrà invece essere adottata nell'approccio a sintomatologie che necessitano di approfondimenti specialistici, come dolori addominali, sintomi neurologici, problematiche cardiovascolari o respiratorie.
I dati del 2023 rilevati nel Pronto Soccorso del San Francesco, evidenziano che su 28.910 accessi, i codici minori (bianco e verde) sono stati 17916, pari al 62% del totale. Di questo 62%, sulla base del motivo di accesso in Pronto Soccorso, sono stati individuati 3325 pazienti (circa il 16%) che avrebbero potuto beneficiare del percorso “See and Treat”, con un notevole abbattimento dei tempi di attesa.
L'iniziativa prevede l'attivazione di tutte le misure organizzative necessarie all'implementazione del modello, garantendo la presenza di personale adeguatamente formato e specifici protocolli medico predefiniti, approvati dalla Direzione Sanitaria, per il trattamento di problemi clinici preventivamente individuati, oltre al monitoraggio dell'efficacia del percorso "See and Treat", con la raccolta di dati relativi ai tempi di attesa e agli esiti.
Al termine di un anno di sperimentazione dovrà inoltre essere predisposta una relazione per l'assessorato regionale della Sanità, finalizzata alla valutazione di un'eventuale strutturazione definitiva del servizio.