Il Consiglio dei Ministri ha impugnato la delibera regionale che contiene disposizioni varie, relative a ambiti diversi, turismo, sanità etc., in una commistione usuale, la cui trasparenza verso i cittadini, pur non essendo negata, è inesistente.

Il fatto che il governo oggi impugni questa delibera emessa da una istituzione governata fino a ieri dalla stessa corrente politica, può prestarsi a diverse letture, cui non ci avventuriamo.

Di fatto la delibera regionale prevede una estensione dei rimborsi alle strutture ospedaliere private, in funzione dei superamenti di budget cui le stesse strutture sanitarie hanno effettuato nel 2021.

Il Governo contesta l’autonomia della regione in merito al tema specifico, per quanto la stessa istituzione regionale sia in grado di provvedere con risorse proprie. È evidente che vi sono due problemi, il primo è che le strutture private hanno dato prestazioni, con oneri specifici, superando il budget previsto, che in virtù di questa bocciatura, non saranno risarciti nel breve termine. Il secondo è quello per cui la riduzione di assistenza sanitaria pubblica o le lungaggini, delle liste d’attesa, hanno prodotto un’evidente sovraccarico delle strutture private, che hanno dovuto eccedere il budget concesso loro.

In ogni caso, vi è la responsabilità di chi ha demolito e funzionalmente impedito, che le strutture pubbliche assolvessero il loro compito, accordando lo sforamento del budget per le strutture private, firmando un assegno in bianco, di cui però non era possibile garantire la copertura.

Altrettanto certo è che uno stop di questa portata, può condurre a delle restrizioni dell’offerta dei privati e alla mancata assistenza dei pazienti, se non si agisce sulla sanità pubblica demolita in almeno le due ultime legislature, verso cui è necessario dare un deciso segnale di inversione.

Maurizio Ciotola

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