Si sono svolti oggi, presso il T Hotel gli Stati Generali della Cooperazione Sociale aderente a Confcooperative Federsolidarietà Sardegna.
Un evento che che si é svolto davanti a una platea di circa di 250 imprenditori cooperatori, dirigenti nazionali e regionali di Confcooperative, rappresentanti del Governo, della Chiesa, del mondo finanziario e dell'Università.
Nell’isola la cooperazione aderente a Confcooperative Federsolidarietà Sardegna rappresenta la quota di gran lunga maggioritaria della cooperazione sociale. Sono infatti 300 le cooperative associate delle circa 700 attive e operanti in Sardegna, con un ruolo fondamentale nei settori socioassistenziale, socioeducativo e sociosanitario.
All'incontro é intervenuta anche Ada Lai, assessore regionale del Lavoro. In particolare, l'esponente della Giunta Regionale ha sottolineato:
“Il sistema cooperativo è sicuramente uno dei pilastri su cui costruire un nuovo modello di welfare, l'’assessorato regionale del Lavoro nell’ultimo avviso ha incrementato le risorse a favore del mondo delle cooperative, non solo perché crediamo nella loro capacità di essere interpreti del cambiamento, ma soprattutto per il loro contributo all’occupazione e all’erogazione dei servizi. Il mondo del lavoro è in continua evoluzione - ha osservato l’assessore - dopo la pandemia è cambiata l’economia e sono mutate anche le modalità del lavoro, che è diventato più agile. Ed è ora che cambi anche la pubblica amministrazione per essere sempre più al servizio dei cittadini e delle imprese, è necessario semplificare le procedure e velocizzare gli adempimenti burocratici. Il cambiamento e la semplificazione sono già in atto, ma devono dare ancora i loro frutti. Per promuovere l’occupazione - ha aggiunto Lai - dobbiamo mettere al centro i Comuni e co-progettare con loro i bandi, perché sono l’istituzione che ha il contatto più diretto con i cittadini e conosce i bisogni reali del territorio, ma soprattutto continuare ad investire in modo massiccio nella formazione professionale mirata alle richieste del mercato, perché solo le competenze possono garantire il lavoro”.