Caro Presidente Giulini,
apprezziamo la tua passione per il calcio e per la Sardegna. Un’Isola che ti consente di lavorare, non senza problemi, non certo per colpa dell’ambiente(pardon, parola che non vuole avere doppi significati, sia ben chiaro), ma per le difficoltà intrinseche di un settore difficile e a rischio come quello dell’industria.
Ora, i sardi, memori di tanti successi e di altrettante delusioni, ma non potrebbe essere diversamente, aspirano ancora a difendere quei colori rossoblù dai quali non si separerebbero neanche se venisse il presidente peggiore del mondo. Quale tu non sei, sia ben chiaro.
Certo, il calcio non è roba per boemiennes, dietro ci sono interventi economici, grandi guadagni e per chi non è bravo o accorto, grandi disfatte che dilapidano velocemente patrimoni.
Ma sempre di soldi si parla. E se tu hai iniziato questo percorso col Cagliari non lo hai certamente fatto per beneficenza, o perche’ magari eri tifoso del Caliari. Forse quando Gigi Riva suonava la carica eri ancora bimbetto e poco sapevi di pallone e affini.
Ma hai imparato presto. D'altra parte ci sembra che come imprenditore ci sappia fare. E cosi’ nascono le scommesse: riportare il Cagliari subito in A, il progetto dell’Arena Cagliari 1 e dello stadio futuro poi.
Poi non tutte le ciambelle riescono col buco, sia ben chiaro: un po’ di attenzione in piu’ e il decimo posto lo scorso anno avrebbe fruttato qualcosa in piu’ nel budget televisivo di questa stagione. Ma tant’e’: hai voluto la bicicletta? E ora, nonostante non frequenti assiduamente le piste ciclabili zeddiane, pedala. E non guardarti attorno. Tanto c’e’ sempre qualcuno che non la pensera’ come te. Noi, per esempio, non la pensiamo come te nella realizzazione dell’ossatura di questa squadra. Che sia chiaro, ci permette di vedere le partite di serie A. Ma purtroppo, e non e’ cosa di questa settimana, di raccogliere troppi palloni in fondo al sacco.
Arrivera’ l’olandese volante a rimettere le cose a posto? Speriamo. Intanto non c’e’ piu’ Bruno Alves, non c’e’ piu’ Isla e non c’e’ piu’ Salomon e inoltre, il tanto decantato Uomo Cragno non e’ che abbia tessuto una tela impenetrabile, almeno cosi’parlano i risultati. Guarda che di rigori ne aveva gia’ parato anche il suo ultimo sostituto. Evidentemente hanno un ottimo osservatore di rigoristi avversari.
Ora arriva questa polemica di cui avremmo fatto volentieri a meno.
Ti faccio una domanda: ma se tu avessi ancora qualche anno davanti per chiudere la carriera, penseresti alla gloria e basta? Guarda che non tutti si chiamano Totti, che hanno gia’ il futuro in tasca. I soldi a questi livelli di vita, quali sono quelli di un calciatore serio ma gossiparo, sono alti.
E la possibilita’ per un calciatore, non imprenditore, di fare economie e’ davvero esigua.
Per cui come si puo’ biasimare un Borriello che pensa al suo immediato futuro e cerca una guadagno alle sue ultime pedate? Da quale pulpito si alza la critica. Tu che sei un imprenditore e manager dovresti saperlo.
Forse qualcuno qui ha preso il vizio di certi sardi: non vuole personaggi ingombranti in mezzo alle scatole. E’ accaduto col romano de Cagliari. Accade ora col napoletano giramondo. D’altra parte tredici candeline gliele ha dedicate l’anno scorso e anche in campo. Talvolta ha dimostrato spirito di abnegazione e ha redarguito tanti suoi compagni che tiravano a campare o giocavano solo per se stessi. Vero Joao, vero Farias? E non si puo’, adesso che la frittata e’ fatta e il povero ma orgoglioso Rastelli ha sbottato, gettare fango su chi, comunque, la maglietta l’ha onorata a suon di gol. Tu che sei una persona distinta, Presidente, non scaldi gli animi, che gia’ sono agitati per quello che e’ il gap tra prima fascia e le altre. Pensa a soluzioni e metti le mani al portafoglio, prima che sia troppo tardi. E Chop.. lo lasci in compagnia di chip. Forse ci fa una figura migliore.
Antonello Lai