Perdasdefogu, che in lingua sarda significa "pietre da fuoco", è un comune di circa 1700 abitanti situato nella provincia di Nuoro.  Il suo nome fa riferimento alle pietre calcaree utilizzate per le fornaci per la produzione di calce.

Gli abitanti, nella loro variante della lingua sarda, chiamano il centro abitato con il nome Foghesu, aggettivo riferito a fogu (il fuoco) che significa fornace. Da quest'ultimo deriva il nome degli abitanti stessi, per i quali si usano i termini foghesu (masch. sing.), foghesa (femm. sing.).

Secondo la leggenda il paese fu fondato dagli abitanti di un villaggio costiero del Sarrabus distrutto dai Barbareschi; tuttavia, non si ha una data storica precisa della sua nascita: il documento più antico che attesta il toponimo risale al 1328.

Oggi l’abitato si arrampica a 600 metri d’altitudine, isolato a margine dei ‘Tacchi’, rilievi calcarei dalla forma singolare. Il tessuto urbano è formato da edifici ottocenteschi e da case in pietra con, al centro, la chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo, costruita alla fine del XIX secolo, che custodisce seicenteschi pezzi d’argenteria e statue settecentesche.

Nella parte alta del paese si erge la chiesa di San Sebastiano con forme protoromaniche dell’XI secolo. Il Santo è celebrato il 20 gennaio con l’accensione di falò.

In campagna, poi, si trovano le chiese di Santa Barbara, festeggiata a fine maggio con processione in abiti tradizionali, e di San Salvatore, in onore del quale si svolge un’antica e suggestiva festa.

I foghesini sono molto legati alle tradizioni religiose, specie alla Settimana Santa, quando si prepara su nenniri, cestino di germogli di grano che abbellisce gli altari, protagonista di un rito propiziatorio di fertilità.

Conosciuto in tutta la Sardegna per la presenza del poligono interforze di Quirra, centro militare e di ricerca scientifica, presente dalla metà del XX secolo e ormai integrato nella vita del paese, in realtà, il territorio di questa piccola località della Sardegna, presenta numerose attrattive dal punto di vista geologico e botanico.

La vegetazione è ricca e diversificata: oltre ai boschi di leccio si trovano macchie a corbezzolo, ginepro, fillirea, erica e timo che si estendono tra i tacchi di roccia calcarea rendendo il paesaggio molto suggestivo. Numerosi sono i corsi d’acqua presenti, che in alcuni casi formano delle bellissime cascate, come quella di Luesu.

Nel territorio di Perdasdefogu, a nord nord-ovest del paese, è presente inoltre il Parco Naturale di Bruncu Santoru, istituito agli inizi degli anni ’80 al fine di tutelare un’area particolarmente interessante dal punto vista naturalistico e paesaggistico.

Nell’area, oltre alla fauna presente, sono stati introdotti recentemente il cervo sardo ed il muflone che, pur appartenendo in passato alla fauna autoctona, erano ormai scomparsi.

Una parte del territorio comunale è compresa nel Parco Geominerario della Sardegna; in essa esiste infatti un piccolo giacimento di antracite che fu sfruttato dagli anni precedenti la Seconda guerra mondiale fino agli anni immediatamente successivi, con l’apertura di tre miniere.

Sono presenti, inoltre, importanti testimonianze della età prenuragica (quattro Domus de Janas ascrivibili al Neolitico, tre di esse si trovano in località Baccu Olia e costituiscono una piccola necropoli, mentre la quarta si trova in località Orruinas e sembra essere isolata) e un numero considerevole di insediamenti risalenti all’età nuragica (il nuraghe di Monte “S’Orku ‘e Tueri” e di “Su Perduxeddu” e le tombe di giganti di “S’Abba ‘e Ferru” e di “Su Filissiu”).

Oltre ai citati nuraghi, sono presenti numerose grotte, ne sono state censite circa 55; tra tutte, la più suggestiva è sicuramente la grotta di “S’Angurtidorgiu”, una delle cavità carsiche più apprezzate d’Europa.

Il paese è abbellito da alcuni murales che ricordano la storia antica e moderna, il lancio dei missili dalla prima base creata in Europa, col recupero degli stessi con il carro a buoi. L’economia è basata su allevamento e coltivazione di cereali, frutteti e vigneti.

Specialità gastronomiche sono le varie paste artigianali e i tipici arrosti ogliastrini.

Perdasdefogu, insieme ad Arzana e Villagrande Strisaili, vanta numerosi casi di longevità tra i suoi abitanti, con un numero elevato di ultranovantenni. Emblematico è il fatto che la famiglia più longeva al mondo provenga da questo comune. Nel 2021 grazie agli 8 centenari su 1740 abitanti presenti nel paese, a Perdasdefogu è stato assegnato il record di paese più longevo d'Italia. Nel 2022, agli otto centenari se n’è aggiunto un altro, raggiungendo il nuovo Guinness World Record di "Paese più longevo del mondo".

Una comunità studiata da vari scienziati e Università. Migliaia di campioni di Dna raccolti per analizzarne le caratteristiche genetiche, ma nonostante questo, non mancano i problemi: dall'isolamento alla mancanza di lavoro, ai servizi dello Stato, allo spopolamento...

Eppure, la ricchezza del territorio, da un punto di vista storico e naturalistico, oltre alla qualità della vita e ai prodotti tipici, porrebbero le basi per una presa in carico responsabile di attività lavorative finalizzate al turismo e alla conoscenza del territorio evitando, in questo modo, lo spopolamento e l’oblio di un centro così prezioso per la Sardegna.

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