Cala il sipario, con successo, sulle attività che hanno animato il ritrovato centro culturale del paese, dopo otto anni di assenza.
Incontri, dialoghi, mostre ed occasioni culturali che hanno animato per un mese intero la comunità di Magomadas.
"È stata una grande esperienza, siamo felici che la comunità abbia risposto con tanta partecipazione ed ancora più onorati che la Sardegna ci sia stata così tanto solidale - ha dichiarato il sindaco Emanuele Cauli - tanti messaggi di vicinanze e gesti concreti di solidarietà ci hanno onorato di donazioni di libri, quasi due mila, che ci aiutano in una più rapida ricostituzione del fondo librario della biblioteca comunale. Le donazioni sono arrivate da tutta la Sardegna e dalla penisola. Gesti di generosità di tantissimi cittadini privati che hanno mandato o portato anche solo un volume o la straordinarietà di una famiglia di Selargius che ha donato un’intera biblioteca domestica. Altri gesti di generosità sono arrivati invece dalla Carlo Delfino Editore e dal Gruppo Editoriale L’Unione Sarda. A tutti - ha sottolineato il primo cittadino - il grazie di tutta Magomadas.
In particolare, sono state molto apprezzate tutte le iniziative, registrando il pienone in tutti gli appuntamenti, conclusi con una tavola di riflessione sulle produzioni locali e sulla malvasia.
L'iniziativa conferma l'importanza della valorizzazione delle culture e produzioni della tradizione, che costituiscono un prezioso valore aggiunto su cui investire.
"Tutti gli artisti che hanno collaborato a questo progetto - ha evodenziato Ambra Pintore, che ha curato la direzione artistica - sono andati via da Magomadas arricchiti da un’esperienza che li ha profondamente coinvolti. Le arti, in tutte le loro espressioni, sono da sempre eco di un afflato teso ad elevare l’essere umano, le menti, le comunità. Partecipare alla rinascita di un luogo comune, deputato all’incontro ed al dialogo, alla condivisione ed alla socialità, è stato per tutti noi un onore che ci ha gratificato. È curioso che questo senso profondo di unione si sia tradotto poi, proprio nell’ultimo incontro dedicato alle produzioni tipiche ed alla malvasia, nel fulcro di incontro-dibattito nel quale si è convenuto sia indispensabile la coesione, la costruzione di solide filiere che sappiano rispettare “su connottu” tanto quanto essere lungimiranti. In fondo, con linguaggi diversi, le installazioni e tutte le riflessioni artistiche legate ad “Uno sguardo all’insù”, volevano proprio andare verso questo risultato: guardare in su per crescere ed elevarsi, lasciando indietro ogni paura. È un primo passo e ci pare un buon passo".