Lo scorso 21 febbraio é stata inaugurata, alla presenza di Marco Camboni, Assessore alle Politiche Sociali e di vecchi e nuovi amici di Domus de Luna, la riapertura del "Non Negozio", uno spazio speciale dove donare e trovare abbigliamento, nuovo e usato, necessario per la cura dei più piccoli.

Il "Non Negozio" si trova in Via Cesare Beccaria 14 a Quartu Sant'Elena e la sua riapertura è stata possibile anche grazie al Comune di Quartu Sant'Elena, nell'ambito dei progetti di coesione sociale e grazie al contributo di Manu Invisible, che da anni ormai offre supporto alle attività di "Domus de Luna".

Ma chi è Manu Invisible?

Manu Invisible è un artista sardo che ha saputo trasformare la sua passione in un lavoro apprezzato in tutto il mondo. Di lui si conoscono pochi dettagli privati. 
Cresce a San Sperate, un paese a circa 20km da Cagliari ed è qui che all’età di 9 anni si avvicina per la prima volta al mondo dei graffiti. Una scritta veloce sui muri del suo quartiere risulta essere il primo disegno artistico di un ragazzo che, attraverso l’arte di strada, darà voce alle emozioni di tante persone.

“Arte di strada” è un nome riferito a quelle forme di arte che si manifestano in luoghi pubblici, spesso illegalmente, nelle tecniche più disparate: bombolette spray, adesivi artistici, arte normografica, proiezioni video, sculture ecc... Le motivazioni che spingono tantissimi giovani a intraprendere questo percorso non canonico dell'arte possono essere molto varie. Per alcuni è una forma di critica verso la proprietà privata, rivendicando le strade e le piazze; per Manu Invisible, invece, l’arte di strada diventa un modo per comunicare temi di interesse sociale.
Studia a Cagliari e consegue il diploma al liceo artistico. E' proprio negli anni del liceo che conosce alcuni dei writer più importanti della città con cui condivide diverse esperienze giovanili.

I suoi studi proseguono autonomamente, indagando e sperimentando continuamente la pittura, gli strumenti ed i mezzi a disposizione per creare la sua arte lungo le pareti dei muri, lungo le strade che diventano la superficie più adatta per esprimersi. Tramite specifici corsi nelle botteghe italiane, Manu Invisible si avvicina alla tecnica dell’affresco: una pratica che inserita all’interno del contesto di arte urbana permette di creare opere più durature.

Nel 2010 capendo che il riconoscimento di un artista richiede molto tempo e soprattutto un importante lavoro di marketing, inizia a lasciare opere un po’ ovunque riuscendo a catturare l’attenzione verso il suo lavoro. Il suo nome compare sui muri della Sardegna e successivamente di Milano dal giugno del 2010, ma i suoi primi lavori risalgono al 2002. Dal 2007 collabora con la Fondazione Domus de Luna, prima nel carcere minorile di Quartucciu, poi nella rinascita di una periferia abbandonata di Cagliari. Nel 2015 partecipa alla collettiva “Wall Elements & Walls of Milano”. Nel luglio dello stesso anno è uno dei due italiani a partecipare al festival internazionale “Upfest” a Bristol, evento in ambito street art più grande in Europa.

Nel 2016 svolge dei corsi privati di affresco, entrambi a Firenze (uno presso l'Accademia del Giglio, l'altro presso la Bottega del Bon Fresco del Maestro Callossi). Nel marzo del 2017 porta a termine l'opera Influence” nel quartiere di Camden Town a Londra, grazie all'agenzia di street art Global Street Art. Nel giugno del 2017 realizza due opere pubbliche in Bosnia. Nel marzo 2018 porta a termine due sue opere con tecnica ad affresco tradizionale all'interno dell’Università di Cagliari presso la Facoltà di Scienze Umanistiche.

Sempre nel marzo 2018 viene chiamato come unico artista internazionale a far parte del progetto “Les jeunes s'exposent” realizzando una sua opera sulla facciata del Liceo Carnot Bertin a Saumur in Francia.

Ormai è semplice trovare le sue opere in giro per le strade. È sicuramente più difficile incontrare l’artista che nel nome Manu Invisible, riflette il suo modo di vivere; un’artista sconosciuto, il cui viso non viene mai rivelato e che mantiene l’anonimato per salvaguardare la propria sfera personale.
Manu è il suo nome da sempre, Invisible è una parola molto semplice da tradurre e significa invisibile. Il concetto di invisibile è legato alla metodologia di lavoro che utilizza: di notte, al buio, nascosto nell’ombra illuminata solo dalla luce riflessa dalla luna e vestito di nero.
Lavorare di notte è sicuramente più complicato, ma per un writer è normale: dovendo agire nell’anonimato, il buio è un fido compagno di avventure.
Quando possibile, si aiuta con un proiettore per illuminare leggermente la porzione di muro su cui andrò a dipingere, utilizzando diversi attrezzi: rulli, pennelli, fino alle classiche bombolette.
Durante le apparizioni pubbliche, Manu Invisible indossa sempre una maschera nera. Si tratta di una maschera in plastica autoprodotta: una trasposizione geometrica e materiale della buia notte ispirata al codice d’onore dei samurai. Una maschera è l’oggetto che meglio riesce a rappresentare il suo pensiero artistico.

Oggi Manu Invisible ha raggiunto uno degli obiettivi che tutti gli artisti si pongono: far sì che il proprio nome sia associato ad uno stile e che quindi questo venga riconosciuto facilmente. La sua tecnica si ispira alla street art, ma si differenzia da questa per la scelta di inserire parole dall’alto valore simbolico in contesti urbani fatiscenti e strade a scorrimento veloce. La ricerca della parola da rappresentare non è mai banale per questo indaga, studia ed ascolta. La parola si trasforma in allegoria di un messaggio che deve arrivare forte e chiaro al fruitore dell’opera.
Manu Invisible non lascia mai nulla al caso. La sua opera non risulta soltanto un ricordo ma un’emozione sospesa da cui traspare il grande cuore dell’artista.

Un artista sardo ormai affermato nel panorama internazionale capace di ascoltare, di esprimere e di valorizzare i sentimenti di chi si rivolge al suo lavoro e alla sua arte.

Stefania Cuccu