La Sardegna rappresenta un’unicità a livello mondiale per il suo passato.
Siamo la terra più archeologica del mondo e orgogliosi di essere eredi di un’antica e grande civiltà. Oltre ottomila i nuraghi censiti: siamo stati il popolo più edificatore al mondo! Le torri nuragiche erano le strutture più alte dell’Europa e le seconde strutture più alte al mondo 500 anni dopo le piramidi.
In Sardegna c’è un mondo immenso: opere anche megalitiche, sculture e statue realizzate in bronzo o in pietra, come la recente scoperta dei giganti di Monte Prama, che a oggi non ci hanno ancora svelato il motivo della loro esistenza. Domus de Janas, tombe dei giganti e i bronzetti nuragici.
In particolare, i bronzetti nuragici rappresentavano tutte le caste del periodo nuragico: pastori, sacerdotesse, capi tribù, arcieri, spadaccini, ma anche mobili, navicelle, modelli di nuraghi, animali. E proprio dai bronzetti nuragici prende avvio il percorso di vita, e di lavoro, di un ragazzo, sardo, che ci porta alla scoperta delle nostre origini.
Andrea Loddo vive a Lanusei, in provincia di Nuoro. Sin da piccolo si appassiona all’archeologia. Vuole visitare siti archeologici e vuole immergersi nella storia. Guarda e imprime ogni oggetto nella sua mente. Nonostante i suoi studi da geometra e il lavoro come tecnico presso la ASL di Lanusei, quell’amore per l’archeologia non si placa. Studia, si documenta e segue un corso sulla lavorazione dell’argilla. È il primo passo verso la realizzazione del suo sogno; creare dei bronzetti nuragici. Andrea impara rapidamente tanto che dopo questo corso non si ferma più, quasi a volersi riappropriare della storia dei suoi avi di 2000, 3000 anni prima.
Impasta, modella, finché sotto le sue dita prende vita un bronzetto. Andrea lo fissa incredulo. Ancora! Vuole creare ancora! Studia le tecniche di cottura, si cimenta nella lavorazione del cuoio, poi passa alla fusione del bronzo. Rimedia tagli, sbucciature, ustioni, e quando vede quegli antichi oggetti prendere vita, piange di gioia!
Quando mostra le sue riproduzioni a degli esperti, riceve complimenti e tante richieste. Gira la Sardegna per eventi e ricostruzioni, racconta la storia degli antichi popoli sardi attraverso i suoi oggetti. Ma lui non sale in cattedra con giacca e cravatta. Vive con le mani immerse nella sua terra: la impasta, la plasma, la respira.
Grazie ad Andrea le persone iniziano ad approcciarsi all’archeologia in un modo semplice e accattivante, spiegando e, allo stesso tempo mostrando dal vivo, la nascita di un bronzetto. Perché lo fa?!
Perché crede fortemente che i nostri giovani troveranno un futuro nell’archeologia e, nel frattempo, lui è qui per divulgare, per mettere a disposizione la sua passione a favore della cultura, per trasmettere la vera storia di un popolo (il suo popolo), per far appassionare i sardi alle loro origini e i turisti all’affascinante e misteriosa civiltà nuragica (foto Francesco Biccone).
Stefania Cuccu