Samugheo è un paese di circa 3000 abitanti che si trova al centro della Sardegna nella provincia di Oristano, più precisamente, nella regione storica del Mandrolisai, caratterizzata da monti solitari e selvaggi e da una successione di gole, dirupi e imponenti pareti rocciose.

Fu abitata sin da tempi antichissimi come testimoniato dai numerosi reperti e siti archeologici presenti nel territorio circostante, molti dei quali risalgono al neolitico. Numerose sono le domus de janas presenti nel territorio.

Un importante sito archeologico è il Castello Di Medusa; costruito a picco su una gola rocciosa circondata da una foltissima vegetazione, il castello è interamente scavato nel marmo. Fu costruito in epoca bizantina su un preesistente impianto tardo-romano del III -IV secolo con funzione di controllo del territorio e di protezione dai barbaricini, che spesso penetravano nelle terre della Marmilla per saccheggiarne i villaggi. Secondo la leggenda il castello ospiterebbe ancora il fantasma della fantomatica regina Medusa.

Numerose sono le chiese presenti nel piccolo borgo.

-Chiesa campestre intitolata a San Basilio. Alla fine del XVI secolo una grave pestilenza colpì Samugheo uccidendo un gran numero di abitanti. Disperati per il protrarsi dell’epidemia i Samughesi invocarono il Santo con la promessa di erigere una chiesa in suo onore se la calamità si fosse allontanata dal paese. In poco tempo la peste si placò e la promessa fu onorata.

Chiesa di San Sebastiano. Chiesa parrocchiale in stile gotico-aragonese, con qualche elemento romanico, costruita tra il XV e XVI secolo. La tradizione narra che la chiesa dovesse sorgere 300m più a ovest, ma che ogni mattina il materiale edile depositato nel punto designato per la costruzione venisse ritrovato dove oggi sorge la chiesa. Credendo che a spostare il materiale fosse lo stesso Santo e che quella fosse la sua volontà, la chiesa fu costruita in tale punto.

Chiesa di S.M. di Abbasassa. Chiesa campestre risalente al 1480. Fu costruita sopra un
Tempio pagano dedicato a Cibele, alla grande Dea Madre Frigia, un culto importato dai Romani dalle colonie orientali di cui si ritrovarono resti durante alcune opere di rifacimento della chiesa nel 1931.

Chiesa di San Michele. Tradizione non confermata narra che questa chiesa, oggi rudere, fosse la prima parrocchia del paese e che la denominazione del paese stesso derivi da San Miguel o San Mucheu. Con la costruzione della attuale parrocchia la chiesa fu via via abbandonata cadendo in rovina.

Il territorio di Samugheo si presenta ricco di fresche sorgenti che lo rendono estremamente fertile e rigoglioso. Boschi di querce, uliveti, vigneti e ampie distese lasciate a pascolo caratterizzano le colline circostanti dove si muove una ricca fauna costituita da cinghiali, volpi, lepri e conigli.

Una vegetazione folta e ricca che incornicia numerose grotte, meta ideale per gli amanti di speleologia. Tra le tante grotte possiamo ricordare quella di Sa conca 'e su Cuaddu nella valle del Riu Settilighe, la Grotta dell'Aquila sul Monte de Sa Pala de is Fais (qui vi si accede solo calandosi dall'alto per circa 25 m con funi e scalette) e quelle vicine al castello di Medusa, come il suggestivo Buco della chiave con la caratteristica forma a clessidra.

Oltre ai reperti archeologici e al paesaggio naturale, ciò che si è conservato meglio sono le tradizioni che permeano la vita degli abitanti e tutte le attività ad essi connessi.

“A Maimone” è il nome con cui si usa descrivere il carnevale samughese in cui sfilano in rassegna maschere tipiche del folklore locale, tra cui i mamutzones, i seguaci di Dioniso dal volto coperto, ma anche Minchilleo e “Is fiudas”, le vedove. In questa occasione si ha modo di ammirare l’artigianato locale anche attraverso la realizzazione dei particolarissimi costumi che identificano questi personaggi: la tessitura è infatti una tipicità di Samugheo ed è qui che si conserva una forte tradizione spesso imitata anche all’estero, la tecnica dei pibiones. Samugheo valorizza la lunga storia di questa competenza locale sia in occasione di Tessingiu - Mostra dell'artigianato sardo, sia attraverso il MURATS - Museo Unico Regionale Arte Tessile Sarda, in cui si può conoscere e approfondire una delle più importanti tradizioni produttive dell’isola.

Samugheo custodisce inoltre un patrimonio immateriale molto ricco: il ballo tradizionale, la lingua sarda, il rosario, il bando, tanti saperi come l’arte del pane, l’arte della tessitura, dell’intaglio del legno, del ferro battuto, l’arte della viticoltura, dell’allevamento e della macellazione, la cucina tradizionale. Altra importante manifestazione è la Sagra del Pane nata per valorizzare l’importante cultura che ruota attorno al pane. Interessanti le feste religiose come quelle invernali di Sant’Antonio e di San Sebastiano che si svolgono intorno a un falò. Durante la primavera, a maggio, si tiene la festa degli agricoltori, dedicata a Sant’Isidoro, caratteristica per la processione con i trattori addobbati a festa mentre, d’estate, la vita paesana è animata dalle feste di San Costantino e San Basilio, con processioni in cui viene cantato il rosario in sardo, e con festeggiamenti civili che prevedono gare poetiche in lingua sarda e danze.

Samugheo è un piccolo tesoro della Sardegna da custodire e da valorizzare.

Stefania Cuccu

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