Villanovaforru (Biddanoa 'e Forru in sardo) è un comune italiano di 604 abitanti situato tra le colline della Marmilla, a circa 50 km da Cagliari.
Sino alla metà del Novecento era un piccolo centro agricolo quasi totalmente sconosciuto; in seguito, alla scoperta del nuraghe “Genna Maria” e all'apertura del museo archeologico è diventato un centro legato anche all'ambito archeologico e culturale.
Il suo nome è composto da "villa - nova" in quanto si tratta di una villa formatasi intorno al XII secolo per un preciso disegno politico di colonizzazione del territorio, forse prossimo a quello del paese di Forru (Collinas) che in precedenza aveva subito un processo di spopolamento, e dal sardo - campidanese "forru" – forno.
La struttura dell’abitato è seicentesca: il paese fu fondato sotto la dominazione spagnola. Tante le case costruite secondo tradizione agricola del Medio Campidano. Gli abitanti di Villanovaforru sono particolarmente devoti a Santa Marina di Orense, martire spagnola che si festeggia due volte l’anno (lunedì e martedì dopo Pasqua e a metà luglio). Le si rende omaggio e lode in processione, con i coggius, canti liturgici, Ave Maria e rosario cantati in sardo. Le donne anziane coltivano appositamente il basilico, Is frabbicas de Santa Marina, che in occasione della festa viene benedetto e posto accanto alla statua della Santa. Tutti i fedeli ne prendono un ramoscello per la propria casa. Altre celebrazioni di rilievo sono il 20 gennaio per San Sebastiano, a metà maggio per sant’Isidoro e a inizio ottobre per San Francesco, cui è dedicata la parrocchiale.
Un importante centro culturale, salito alla ribalta a metà del Novecento, in seguito alla scoperta del nuraghe Genna Maria e all’apertura del museo archeologico a esso collegato.
Il complesso nuragico Genna Maria, a Villanovaforru nel Sud dell’Isola, con le sue torri e il villaggio è infatti, una delle testimonianze più ricche e preziose della civiltà nuragica in Sardegna.
Sorge a pochi chilometri dal paese, su una collinetta a 408 metri sul livello del mare, ma la sua straordinarietà non sta solo nel panorama mozzafiato con vista fino al Golfo di Oristano e al Golfo di Cagliari. Sebbene oggi le strutture originarie, con la torre centrale a tholos, le torri laterali, le mura e il bastione, sopravvivano per pochi metri in altezza, in passato Genna Maria era un complesso imponente e maestoso.
Gli archeologi che hanno scavato il sito dal 1969 per circa vent’anni hanno individuato qui diverse fasi di vita: la prima, la più antica, risale al Bronzo medio, quando intorno al XVII-XVI secolo avanti Cristo venne costruita la grande torre alta circa sei, sette metri con camera unica e coperta da una tholos che oggi non esiste più; nello stesso periodo vennero costruite le tre torri laterali collegate tramite spesse mura; per edificare il monumento venne usata la marna calcarea del posto. Nella fase successiva, intorno al Bronzo Recente (XIII secolo a.C.), le mura vennero consolidate per problemi di statica e il complesso venne circondato da un rifascio in pietra. Di una fase successiva, verso l’età del Ferro, è il villaggio con diverse capanne di varie forme, soprattutto ellittiche o quadrangolari realizzate con la stessa tecnica muraria dei nuraghi, ma con pietre più piccole.
Tra le strutture, particolarmente significativa la cosiddetta “capanna gamma”, dove la presenza di un bacile e una vasca in pietra hanno fatto pensare a una funzione particolare: potrebbe essere un laboratorio per la vinificazione, come confermerebbero le tracce di acido tartarico proprio di molti frutti, tra cui l’uva; secondo altri invece si tratterebbe di una piccola sauna, con il bacile usato per produrre vapore caldo grazie a blocchi di pietra riscaldati sul fuoco e poi gettati nell’acqua.
Singolare anche la “casa a corte”, ampia circa 150 metri quadrati, una serie di ambienti attorno a un cortile centrale che serviva a dare aria e luce alle stanze, in cui gli archeologi hanno trovato materiali diversi tali da far pensare che ogni ambiente avesse la sua funzione: la stanza per dormire, la dispensa con grandi contenitori in ceramica, la stanza per cucinare e quella per mangiare.
L’importanza del sito di Genna Maria sta anche nella grande quantità di materiali ben conservati trovata dagli archeologi nelle campagne di scavo. Alle prime fasi di vita del nuraghe appartengono soprattutto ceramiche di uso quotidiano utili per conservare alimenti come grano, legumi, cereali e forse vino; utili per cucinare, come tegami, spiane, teglie; per consumare cibi e bevande come scodelle, piatti, tazze. Proprio da Genna Maria, e precisamente dal villaggio risalente a un periodo compreso tra X e IX secolo avanti Cristo, provengono piccoli frammenti carbonizzati di un pane a pasta non lievitata: è una delle testimonianze più antiche della panificazione in Sardegna.
In un secondo momento è possibile che nel sito, nato con funzione civile e di controllo del territorio, prevalesse un uso legato al culto e alla religione: è a questa nuova vita del complesso che risalgono tantissimi reperti come lucerne, monete e oggetti dedicati a divinità della terra come Demetra e Core.
Tutti i reperti di Genna Maria, insieme alle altre testimonianze materiali di Villanovaforru e della Marmilla, sono esposti al Museo Archeologico del paese inaugurato il 18 dicembre del 1982.
Ma non solo Villanovaforru: l’intera zona è un punto di riferimento rilevante per la cultura e l’archeologia isolana. Entro un breve raggio di chilometri si ha la possibilità di visitare numerosi musei e siti culturali, come i complessi nuragici “Su Nuraxi” a Barumini, Patrimonio dell’UNESCO e “Su Mulinu” a Villanovafranca.
Altri luoghi di interesse nella zona sono il Castello Medievale di Sanluri, le Domus de Janas a Setzu, le Tombe dei Giganti “Sa Domu e S’Orcu” a Siddi e le rovine del suggestivo Castello di Marmilla a Las Plassas. Villanovaforru è altresì perfettamente collegata con alcune delle principali mete religiose e di pellegrinaggio come Laconi, paese natio di S. Ignazio e Gesturi che ospita la casa museo del Beato Fra Nicola. Altro importante sito religioso è S. Maria Aquas e le sue storiche acque termali o la vicina S.Maria Angiargia (pozzo sacro a Collinas), a soli 10min da Villanovaforru.
Villanovaforru rappresenta dunque un altro piccolo gioiello da segnare nell’agenda dei siti più importanti da visitare in Sardegna.
Stefania Cuccu