Un carteggio prezioso, rinvenuto nel 2017, custodito in parte dall’Archivio storico della Camera nel fondo Leopoldo Elia, ai tempi giovane consigliere dell’allora Capo dello Stato Antonio Segni. L’accurato lavoro di ricerca, oggi raccolto nel volume “Antonio Segni e i giuspubblicisti. Carteggio sui poteri del Presidente della Repubblica”, curato dal docente di Storia contemporanea nel Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Sassari Salvatore Mura, ha animato la tavola rotonda ospitata lunedì 23 settembre all’Archivio Storico della Presidenza della Repubblica, durante i lavori dell’incontro “Il Presidente della Repubblica e i Giuristi”.
L’evento, promosso dallo stesso Archivio con il contributo della Fondazione Antonio Segni e il patrocinio dell’Università degli Studi di Sassari-Dipartimento di Giurisprudenza, ha visto, tra gli altri, la partecipazione del professor Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale e ministro per la Funzione pubblica con il Governo Ciampi, consulente privato di almeno quattro presidenti, oltre a Ciampi, Cossiga, Scalfaro e Napolitano.
All’incontro, moderato da Mario Segni, presidente della Fondazione Antonio Segni, ha partecipato anche lo storico Guido Melis, professore emerito dell’Università degli Studi “Sapienza” di Roma. L’ex deputato sassarese, dopo essersi soffermato a lungo su alcuni dei tratti distintivi che hanno caratterizzato molti Presidenti della Repubblica, sottolineando come "ogni presidente ha dato un’interpretazione diversa del proprio ruolo, offrendo una versione unica della propria figura presidenziale", ha ribadito un aspetto importante opportunamente sottolineato nel volume di Mura, ovvero quanto non si possano studiare le presidenze senza conoscere bene gli staff e chi lavora accanto ai presidenti.
Presente anche il politologo Giovanni Orsina, professore ordinario di Storia contemporanea alla LUISS di Roma, che ha ricordato come ai tempi di Segni l’incarico del presidente fosse ancora molto aperto perché la Repubblica era ancora giovane, un ruolo sfuggente ed enigmatico, ambiguo e “a fisarmonica” con una carica di politicità elevata.
I lavori sono stati chiusi dall’intervento dell’autore del volume, pubblicato da FrancoAngeli editore, che raccoglie oltre una settantina di lettere che Antonio Segni e i tredici studiosi di diritto, in particolare di diritto pubblico, si scambiarono durante il 1956, e poi dal 1962 al 1964 proprio sui poteri e i limiti del Presidente della Repubblica, come quelle sul potere del Presidente al momento della nomina dei ministri, i rapporti fra Capo dello Stato e governo e la rieleggibilità del Presidente della Repubblica.
Ad aprire la tavola rotonda è stata Marina Giannetto, Sovrintendente dell’Archivio storico della Presidenza della Repubblica che ha introdotto i lavori dell’incontro al quale hanno assistito tra gli altri, Giulio Napolitano, figlio dell’ex Presidente, il vicesindaco della Città Metropolitana di Roma, Pierluigi Sanna e la giornalista Mariolina Sattanino.