La Magistratura, al pari delle forze dell’ordine, hanno un importante ruolo in qualsiasi società. Per questo il controllo di entrambe, diretto o indiretto, è parte essenziale in quegli Stati ove la democrazia non esiste o dove è solo richiamata dalla Costituzione. In Italia l’Assemblea Costituente sancì dei punti cardine a garanzia dell’indipendenza della Magistratura da qualsiasi potere, economico e politico, quanto la subalternità della Polizia Giudiziaria alla magistratura medesima. Negli anni questi equilibri sono sempre stati labili, incerti, non meno di quella espressa subalternità della Polizia Giudiziaria, attraverso cui gli organi inquirenti della Magistratura raccolgono le informazioni di reato. I sistemi costituiti dagli uomini non sono perfetti per natura e per questo vengono sottoposti a controllo, ma in un Paese come il nostro molto spesso il controllore può divenire più pericoloso del controllato, sul piano etico e legale. Negli anni più recenti, quelli successivi al grande scontro dei primi anni novanta, tra una parte della magistratura e una parte della politica, i politici hanno fatto a gara ad ingaggiare nelle loro liste elettorali e compagini governative, magistrati o uomini delle forze dell’ordine e non perché attribuissero loro una maggior integrità, ma forse per salvaguardare una o l’altra parte politica. Un metodo che pare abbia in parte dato i suoi frutti, vista la permanenza sullo scenario politico di alcuni personaggi, su cui le condanne e le indagini non lasciano dubbi. In Sardegna nel 1993 a salvaguardia di una incolumità politica, la cui integrità era fortemente compromessa, il “direttorio unico regionale” ha pensato che, nessun altro candidato avrebbe potuto far meglio di un magistrato alla presidenza della Regione. Ed effettivamente, sul piano delle indagini avviate da una Magistratura isolana sonnolente, non emerse nulla di significativo, se non per pochi e quasi sempre per i cosiddetti outsider, poco allineati alle logiche interne dei partiti e del sistema su cui si reggevano.
Il partito socialista decapitato e distrutto sul versante nazionale, qui in Sardegna vide la sua dirigenza scomparire con un deflusso silenzioso e in molti casi trasformista. La Procura di Cagliari, non ha mai vantato primati eccellenti e neppure oggi sembra intenzionata a farlo, visti i casi più eclatanti come il caso Manuella e quello Scardella, per cui nel primo, con una discutibile inchiesta furono accusati avvocati, poi prosciolti, mentre per Aldo Scardella, il suicidio sopravvenne in isolamento carcerario da innocente, come poi si appurò con il processo e le successive indagini.
E'difficile parlare del caso Lombardini, cui ancora la vicenda rimane oscura, che però qualora fosse stata appurata, non avrebbe potuto avere, un unico regista negli intenti contestati, quanto una “cabina di regia”, da cui è difficile vedere esclusi altri magistrati, parti dello Stato e della Polizia Giudiziaria. Certo è però che, ancora oggi le indagini portate avanti sui disastri ambientali generati dall’industria e dalle forze militari, sugli atti di corruzione politica e della p.a., per quanto riguarda i casi mai chiariti, come quelli avvenuti al largo di Feraxi, ove fu abbattuto un elicottero della Finanza con la morte del pilota e copilota, sembrano avere avuto esito giudiziario. Non troviamo risposta giudiziaria neppure in quello strano caso, che portò l’ex Presidente del Cagliari calcio, Cellino, a realizzare uno stadio a Quartu, dopo che le estenuanti e non chiare trattative politiche lo costrinsero ad abbandonare il S.Elia.
Nulla sappiamo in verità, neppure su ciò che è “custodito” sotto la melma dello stagno di Molentargius, in quella porzione che, per un mese ha riversato fumi tossici sulla città di Quartu S.E. E ancor meno conosciamo sul presunto disastro ambientale causato dalla Fluorsid, di proprietà di Giulini, l’attuale presidente del Cagliari calcio, su cui sembrano essersi spente le luci e l’attenzione dovuta, per dare spazio a probabili reati di alcuni politici, su cui errori e inavvedutezza hanno avuto un ruolo, piuttosto che la scientifica certezza di produrre un danno ambientale, con relativi morti e malati, causati da un ciclo industriale non rispondente alle norme vigenti o da un esercizio militare svolto in barba alle norme vigenti.
Maurizio Ciotola