Centrali eoliche offshore: presentati ulteriori atti di opposizione al rilascio delle concessioni demaniali marittime
"Si tratta di una delle più rilevanti conseguenze della volontà ormai di fatto conclamata di voler destinare la Sardegna e i mari sardi al ruolo di piattaforma di produzione energetica - ha sottolineato l'associazione ecologista - in ogni caso, per legge, i progetti di centrali eoliche off shore in argomento dovranno essere assoggettati ai rispettivi e vincolanti procedimenti di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), con considerazione degli impatti cumulativi (artt. 21 e ss. del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.). Tuttora - precisa il GrIG - nessun procedimento di V.I.A. è stato neppure avviato".
L'impatto sull'ambiente e non solo, derivante dalla realizzazione dei progetti presentati, sarebbe molto importante. Da qui la contrarietà espressa dal Gruppo d'Intervento Giuridico: "oltre il sensibile impatto ambientale e agli impatti sulle attività turistiche e sulla navigazione commerciale, assolutamente tuttora non valutati - sottolineao ancora l'associazione ecologista - sarebbe oltremodo assurdo vincolare una così ampia estensione di aree demaniali, di mare territoriale e d’interesse nazionale per così lunghi termini temporali (30 e 40 anni) in assenza di qualsiasi autorizzazione per la realizzazione e la gestione della progettata centrale eolica off shore, in violazione dell’obbligo di congrua motivazione vigente per qualsiasi atto amministrativo. Questo assalto al mare sotto il profilo energetico - attacca il GrIG - è purtroppo, conseguenza della scarsa e ben poco adeguata pianificazione delle reali esigenze energetiche, della deficitaria promozione del risparmio di energia, della inadeguata diversificazioni delle fonti di produzione, della mancanza di sistemi di accumulo energetico e, soprattutto, di una efficace individuazione delle aree di rilievo naturalistico, ambientale, paesaggistico sottratte a qualsiasi tipologia di produzione di energia. E’ un vero e proprio Far West nel Mediterraneo, dove ogni società energetica sembra poter fare quello che vuole. Con un bel po' di soldi pubblici, tanto per cambiare".- Pubblicato in Attualità