Il Tg dell'emittente Uno4 è stato tra i primi a dar notizia di quanto stava accadendo sul territorio, in merito all’insediamento senza ratio degli impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili.
In particolare, l'emittente ha dato ampia apertura ai movimenti che, inizialmente chiedevano una moratoria per decidere in misura razionale lo sviluppo di tali impianti sul territorio, nel rispetto della necessaria e improcrastinabile transizione energetica.
Poi è successo qualcosa, un accodarsi di movimenti del no a prescindere, di intellettuali poco avvezzi al tema, ma del resto l’importante è che se ne parli, e soprattutto delle ombre industriali e politiche, che intendono fare cassa impedendo la transizione energetica.
Del resto chi ha pensato che questa potesse avvenire solo per una scelta ragionata e di tutela per la popolazione, a discapito dei grandi industriali del fossile e della finanza che vi gira intorno, è poco più che uno sprovveduto.
Eppure il secolo passato e quello in corso ha visto guerre continue e sanguinose, determinate dallo sfruttamento delle risorse fossili, il cui accesso diretto e speculativo è per pochi.
Ma questo non ci riguarda, è più grande di noi, non abbiamo incidenza, quanto possibilità di assecondare una condizione statica, che non gioverà nel futuro per l’intera regione, se non per i pochi che da quel sistema traggono o potranno trarre ampi proventi.
Molti scomodano intellettuali e pensatori illustri, cui questa terra ha dato i natali, e che a causa delle contrarietà e avversità sono dovuti salpare per altre terre.
Ma basterebbe rileggere qualche brano, non le intere opere della nobel Grazia Deledda o del grande magistrato Salvatore Satta, per capire qual è la condizione immutata di una popolazione, che sta facendo fuggire i giovani in cerca di una crescita, perché abbiamo tolto loro il futuro, a causa di una visione distorta o banalmente legata a quella nostra cultura, che la Deledda e Satta descrivono nelle minuzie imbarazzanti e vere.
Maurizio Ciotola