Claudia Desogus, sarda di nascita e cittadina del mondo, lavora presso l’Agenzia dell’Unione Europea, a Malta, che si occupa di richiedenti asilo.
“Ho vissuto e studiato a Cagliari sino alla laurea in lingue e letterature straniere. Ho sempre avuto il desiderio di fare esperienza all'estero, di viaggiare e di conoscere altre culture. Tutto quello che era diverso mi affascinava e mi interessava. Anche per questo avevo deciso di studiare lingue in modo da avere facilità a trasferirmi in altri Paesi. Sono emigrata quando ero giovanissima per svolgere uno stage ad Amsterdam all’Istituto Italiano di Cultura e subito dopo ho trovato un lavoro nel customer service italiano in una multinazionale americana che mi ha portato a fermarmi lì. Nel frattempo, ho conosciuto mio marito, originario di Bruxelles, città nella quale ci siamo trasferiti e dove ho lavorato per una compagnia giapponese di comunicazione multilingue. Ero specialista linguista per l’italiano. Ho lavorato per molti anni anche alla Commissione Europea come traduttrice per il Dipartimento italiano. Intanto avevo continuato a studiare a distanza e avevo conseguito un master in giornalismo presso l’università di Ferrara. Sono state freelance per un po’ di tempo, ho iniziato a pubblicare libri e ho collaborato con alcune testate giornalistiche e con alcune case editrici. In seguito, sono tornata nelle Istituzioni Europee e ho trovato lavoro come Editor di lingua inglese all’Agenzia Europea per l’asilo che ha sede a Malta. Lavoro nel dipartimento delle ricerche, in particolare nel settore che si occupa dei Paesi di origine dei migranti; in pratica devo controllare tutta la documentazione che racconta le situazioni dei paesi d'origine dei migranti. È un lavoro che richiede competenze linguistiche e una conoscenza del diritto internazionale in materia di asilo. È un lavoro che mi sta particolarmente a cuore perché mette in pratica ogni giorno principi fondamentali di solidarietà e fratellanza, mostrando che possiamo ancora avere fiducia nel genere umano”.
Un cuore diviso tra Malta e la Sardegna.
“All’inizio ho vissuto la lontananza piuttosto bene, ero giovane e piena di entusiasmo, volevo vedere il mondo. Ho sempre cercato di tornarci spesso, dato che la mia famiglia e molti miei amici vivono lì. Dopo alcuni anni, ho iniziato a sentirne la nostalgia e ho iniziato anche a vederla con occhi nuovi. Dicono che lo sguardo dell’emigrato sia uno sguardo caleidoscopico che attraverso culture diverse regali punti di vista completamente nuovi. E in effetti è proprio così. Una volta lontana ho iniziato a fare caso a tantissime cose che non avevo mai notato prima e di sicuro mi sono ammalata di quello che comunemente noi sardi, in maniera un po’ romantica, chiamiamo il mal di Sardegna. Quindi la nostalgia si è fatta sentire ed è aumentata di anno in anno. La vedo sia come un luogo esotico che come un luogo dell’anima. La idealizzo molto e la amo visceralmente. Paradossalmente quando vivevo in Sardegna non avevo un grande interesse per le tradizioni sarde. Da quando me ne sono andata invece mi interessano tantissimo. Sono affascinata in modo particolare dalle leggende della Sardegna e ogni volta che torno vado letteralmente “a caccia di leggende”. La Sardegna ne è ricchissima, è possibile scoprirle in ogni visita in qualsiasi posto nuovo, che sia un paese, un bosco o una collina…è incredibile quante ce ne siano! Quando vivevo in Sardegna praticamente non conoscevo questa realtà. L’ho trovata bellissima e da lì è nata l’idea di scrivere un libro di fiabe. Inoltre, mi faceva e mi fa rabbia che questo aspetto così particolare della nostra cultura fosse praticamente sconosciuto, soprattutto al di fuori della Sardegna. Quindi ho scelto in qualche modo di farmene ambasciatrice. Credo che ogni emigrato sardo possa diventare nel suo piccolo “messaggero della Sardegna” a livello culturale. E penso sia molto importante che ognuno di noi dia un contributo. Perché la Sardegna è una terra unica al mondo e merita di essere conosciuta.”
Nel 2018 Claudia pubblica il suo primo libro “Il viaggio incantato” con la casa editrice sassarese Catartica edizioni, una raccolta di fiabe letterarie ispirate alla tradizione sarda, che riceve un ottimo riscontro dalla critica e dal pubblico (è selezionato dall’Associazione Editori sardi per essere presentato al Salone Internazionale del libro di Torino 2019).
Il viaggio incantato e Diario virale. "Parte sempre da una scintilla - rivela - qualcosa che sembra promettere un segreto, una storia da raccontare. Può essere qualcosa di apparentemente banale, ma ad un certo momento sembra rivelare significati nascosti".
Per Claudia Desogus, ‘Il viaggio incantato – racconti di Janas, Surbiles e altre figure leggendarie della tradizione sarda’ è stato uno straordinario ed incisivo esordio letterario. Un assortimento di fiabe intrise di leggende e di figure fantastiche che popolano la storia e danno vita alle leggende dell’isola. Un percorso fatato e pieno di misteri in una Sardegna tanto affascinante quanto lontana.
“Il libro è stato un successo inaspettato. Ha venduto tanto e la gente continua a ordinarlo. Ha inoltre ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Nabokov Kids 2020. È andato così bene che nel 2023 è uscita una nuova edizione con testo bilingue italiano-inglese”.
Nel 2020 torna col “Diario virale”, scritto in collaborazione con altri tre autori sardi. Il libro fa parte del progetto “Cronache della quarantena” della Catartica Edizioni, mirato a raccontare l'esperienza del coronavirus e al sostegno degli ospedali sardi durante l’attuale epidemia.
Il testo (un racconto fantastico) è ispirato in particolare alla situazione degli zoo in questo periodo. Si apre in chiave animalista e diventa poi una profonda riflessione sul tema della libertà.
“Inoltre, ho anche sviluppato il mio interesse per la storia dell’isola ed è a questo interesse che si ricollega al mio ultimo libro che racconta una pagina di storia sconosciuta a molti sardi che parla dell'espulsione degli ebrei dal Regno di Spagna nel 1492. La storia del romanzo, che si intitola ‘Gli ultimi ebrei’ è ispirata a una famiglia ebraica vissuta ad Alghero nel 1400, che fu costretta in parte ad abbandonare l'isola a causa dell'espulsione degli ebrei. n questo libro sono riportati i miei interessi per i luoghi, la storia e il patrimonio architettonico sardo e tutta la storia parte dal palazzo appartenuto a questa famiglia che si trova ancora oggi Alghero. Si chiama Palazzo Carcassona. Esplora anche l'opera di un artista sardo, il Maestro di Castelsardo, dove si svolgono alcuni episodi del libro. Anche questo libro ha avuto un’ottima ricezione e ha ricevuto un premio dalla Fondazione Collodi (Premio ‘Pinocchio’)”.
I suoi libri, come la maggior parte dei suoi racconti, traggono prevalentemente ispirazione dalla Sardegna in senso lato, dalla sua storia, dalla sua cultura, dal suo paesaggio e dai suoi abitanti.
“Non vorrei essere retorica, ma credo che la maggior parte dei sardi mi capisca quando parlo della nostra identità, del nostro senso di appartenenza e dell’amore per la nostra terra. È sufficiente chiudere gli occhi per rivedere il mare, sentirne la carezza sulla riva, perdersi nei suoi incredibili colori, nella natura e in tutti i profumi mediterranei”.
Per Claudia non è ancora arrivato il momento di tornare in Sardegna…
Nel frattempo, viaggia e con lei viaggiano i suoi libri per far conoscere la Sardegna nel mondo. Ambasciatrice culturale per gli immigrati… ambasciatrice della Sardegna nel mondo …
Stefania Cuccu