L'8 Marzo rappresenta la giornata della festa della donna: una giornata dal significato importante che affonda le sue radici nella storia.
L'8 marzo infatti non è una data casuale, e non è nemmeno quella che ricorda il famoso (ma nebuloso) incendio in una fabbrica di New York nel quale persero 146 vittime, fra cui molte donne.
Quello che ha realmente portato alla nascita di questa giornata sono state le rivendicazioni dei diritti delle donne. Tra le prime testimonianze, il primo evento importante fu il VII Congresso della II Internazionale socialista, tenutosi a Stoccarda nel 1907. Durante questo appuntamento, si discusse della questione femminile e del voto alle donne.
La prima “giornata della donna” si svolse negli Stati Uniti il 23 febbraio 1909 quando il Partito Socialista decise di organizzare un corteo per chiedere il voto alle donne. L'anno dopo, nella seconda Conferenza internazionale a Copenaghen, fu istituita una giornata internazionale dedicata ai diritti delle donne che però, inizialmente, sia negli Stati Uniti che in vari Paesi europei si festeggiò in giorni diversi.
Da allora, molte donne in tutto il mondo hanno lottato per i propri diritti e per la parità di genere, anche attraverso la partecipazione alla vita politica e sociale.
Le diverse leggende riguardanti gli incendi in fabbrica nei quali persero la vita numerose operaie sono quindi dei falsi storici, di cui si trovano narrazioni diverse praticamente in ogni Paese. Se è vero che accaddero (magari con qualche inesattezza, restando tuttavia verosimili e frequenti nella storia), è anche vero che non fu in seguito ad essi che si decise di fissare la data dell'8 marzo come giornata ufficiale. Gli incidenti reali o presunti (quello ad esempio nella fabbrica Triangle di New York nel quale persero la vita 146 lavoratori, la maggior parte donne immigrate, o quello accaduto sempre negli Stati Uniti nel 1857, quando un padrone chiuse in fabbrica le donne per evitare che scioperassero provocandone la morte a causa di un incendio) non furono quindi che la goccia che fece traboccare il vaso: a cavallo tra Otto e Novecento il sentimento era diffuso e si cominciava a sentire – finalmente – l'esigenza di dare voce al genere femminile, una maggioranza da sempre trattata come una minoranza e bistrattata come tutte le minoranze.
In Italia, la prima giornata della donna si tenne nel 1922, ma non l’8 bensì il 12 marzo. Dopo il periodo fascista, nel settembre 1944, a Roma venne creata l’Udi (Unione donne italiane) e si decise di festeggiare l’8 marzo come giornata della donna nelle zone liberate dell’Italia.
La mimosa divenne il simbolo di questa festa, scelta perché caratteristica della primavera, poco costosa e facile da trovare.
La partigiana Lina Fibbi, morta nel 2018, raccontò che l'8 marzo 1945 i tedeschi erano già in ritirata. Essendo la giornata della donna il capo delle formazioni partigiane comuniste della Resistenza italiana Luigi Longo, chiese di mandare le donne sulle tombe dei partigiani caduti. E quel giorno, quel 8 marzo 1945, al Cimitero monumentale di Milano, vi furono moltissime donne con la mimosa, difronte a un esercito di tedeschi che non poteva opporsi.
Tuttavia, in Italia si deve arrivare agli anni Settanta per vedere la nascita di un vero e proprio movimento femminista. L'8 marzo 1972, in piazza Campo de Fiori a Roma, si tenne la manifestazione della Festa della donna, durante la quale le donne portarono avanti, tra le varie rivendicazioni, anche la legalizzazione dell'aborto.
Nel 1975, i movimenti femministi di tutto il mondo stabilirono che l’8 marzo fosse la data definitiva a favore dell’uguaglianza dei diritti tra uomini e donne. Il 16 dicembre 1977, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, con una propria risoluzione, invitò gli Stati membri a dichiarare un giorno all’anno “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale”.
La Giornata della Donna è dunque un momento per ricordare e rivendicare i diritti femminili, che non sono ancora una realtà in moltissime parti del mondo.
In alcuni paesi, compresa l'Italia, questa ricorrenza è stata in parte commercializzata e sfruttata a scopi puramente commerciali. per aumentare le vendite con offerte e sconti per prodotti considerati "femminili", come i prodotti di bellezza o i vestiti.
Ma la Festa della Donna non è solo l’occasione per celebrare le donne della propria vita, è soprattutto una giornata nella quale ricordare a che punto siamo riguardo ai diritti e alla parità, riscoprendo anche le radici di questa ricorrenza.
Stefania Cuccu