"L’odore di Sardegna mi travolse, era l’elicriso". Enrica Campanini, medico tra i massimi esperti in fitoterapia, racconta a Nul - Vi dà Gusto la sua prima volta nell’isola, durante il quinto appuntamento della rassegna enogastronomica e culturale dell’Anglona, dedicato al tema delle erbe spontanee "come massima espressione del concetto guida portato avanti per tutta la rassegna – ha spiegato il presidente dell’omonima associazione, Nino Tedde – ovvero quello della sostenibilità ambientale e della tutela della biodiversità".
L’autrice della preziosa raccolta “Piante medicinali in Sardegna”, edita dall’Elisso, ha illustrato le erbe spontanee edibili e il loro impiego per prevenire e trattare diversi disturbi e malattie, aprendo i lavori del seminario ospitato sabato 13 maggio nel centro servizi Giulzi di Nulvi.
"Le erbe spontanee commestibili – ha spiegato la Campanini – hanno spesso un potere antiossidante e svolgono nel nostro organismo un’azione tonica".
L’elicriso, ad esempio, è un antinfiammatorio naturale, i suoi infusi e decotti aiutano a lenire alcune malattie della pelle. E poi c’è il timo con la sua azione antisettica e antibatterica, in grado di migliorare la flora batterica intestinale; la malva, emolliente e antinfiammatoria, medicamento contro la tosse, spesso impiegata come blando lassativo e regolatore intestinale; il cardio mariano e la mora, la borragine, utilizzata come depurativo e i suoi semi contro le dermatiti. Ad arricchire il vasto impiego delle erbe spontanee che crescono anche nell’isola, Annalisa Malerba, chef esperta in fitoalimurgia. Collegata da remoto, una delle fondatrici dell’associazione italiana che si occupa dello studio e dell’utilizzo culinario delle piante selvatiche (AIF) ha illustrato l’impiego delle erbe spontanee in cucina, come la cicoria, l’ortica, la parietaria, buonissima nei pesti o nei frullati, e il tarassaco le cui foglie cotte al forno si trasformano in gustosissime patatine fritte. A lei il compito di illustrare le cosiddette piante sinantropiche, erbe spontanee evolute a stretto contatto con l’uomo, tra le più gradevoli, odiate dagli agricoltori e dai giardinieri, ma molto interessanti per l’impiego in cucina.
A chiudere i lavori Mirko Piras, naturalista di Nulvi che ha dedicato il suo intervento alle piante spontanee commestibili nella tradizione locale.
"Raccogliere le specie selvatiche – ha sottolineato l’educatore ambientale e agricoltore – ci aiuta a riappropriarci del presente, una dimensione alla quale siamo poco abituati perché troppo impegnati a pensare al futuro e a guardare sempre avanti. Raccogliendo, magari, iniziamo a guardarci intorno, riscoprendo porzioni di territorio che abbiamo dimenticato".
È stata poi la vicesindaca, Elvira Decortes, a portare i saluti da parte dell’Amministrazione Comunale di Nulvi, che anche quest’anno ha scelto di patrocinare e sostenere l’iniziativa, mentre a curare l’allestimento della sala con erbe, fiori e piante selvatiche, raccolte per l’occasione, Antonella Salaris, appassionata di botanica.
La mattinata si è conclusa con il pranzo all’agriturismo Ruspina che ha proposto un menù interamente dedicato alle erbe spontanee, in particolare l’aspraggine, la carota selvatica, la parietaria e l’ortica, il finocchietto e tre specie diverse di timo.