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“Un grande lavoro di squadra tra Regione enti locali e cittadini ha consentito di realizzare questo risultato - ha evidenziato Lampis - che non può rappresentare un punto di arrivo, bensì un valido punto di partenza per raggiungere, entro il 2022, la percentuale dell’80% nella raccolta differenziata. Questo obiettivo rappresenta anche una fondamentale sfida culturale che abbiamo il dovere di vincere, coinvolgendo soprattutto le giovani generazioni”.
Oltre all'impegno delle comunità, a rendere possibile la positiva prestazione dell'isola anche gli sforzi fatti per il miglioramento delle infrastrutture. A tal proposito é proprio l'esponente della Giunta Solinas a ricordare gli interventi più significativi: “un risultato raggiunto anche grazie ad una lungimirante politica degli investimenti nell’impiantistica pubblica: per esempio, recentemente abbiamo approvato oltre 20 milioni di euro per l’efficientamento degli impianti di trattamento dei rifiuti presenti soprattutto all’interno dei consorzi industriali. Ma ci sono anche altre sfide importanti - ha precisato Lampis - come quella di realizzare un ecocentro in tutti i comuni della Sardegna, obiettivo quasi raggiunto; l’efficientamento delle strutture esistenti, mettendo a disposizione spazi più ampi per poter meglio differenziare; durante il periodo estivo, che presenta un considerevole aumento dell’indifferenziato, la previsione di strutture amovibli nelle zone costiere per contribuire a mantenere gli alti livelli della raccolta differenziata; l’applicazione della tariffa puntuale, secondo il principio ‘chi più inquina, più paga’, che sarà commisurata all'effettiva produzione dei rifiuti”.“La conoscenza dei documenti - sottolinea Manca - è un'attività imprescindibile per l’espletamento del mandato dei consiglieri regionali. L'accesso agli atti previsto dal regolamento regionale non può quindi essere negato in alcun modo, tanto meno con motivazioni pretestuose come accaduto alcuni giorni fa, quando la Direzione generale della Presidenza ha negato alla sottoscritta di poter conoscere i 206 progetti inviati dalla Regione al Governo quali priorità a cui destinare le risorse del Recovery Fund. I cittadini sardi hanno il diritto di sapere in che modo e con quali criteri la Regione investirà questi fondi. Ben 209 miliardi di euro che rappresentano un’occasione unica per ridurre l’impatto della gravissima crisi legata alla pandemia che sta affossando la nostra economia. Per questo ho diffidato la Regione e presentato una mozione contro questo illegittimo diniego da parte dell'amministrazione. Un comportamento in aperta violazione dei principi di democrazia e di trasparenza che devono caratterizzare l'attività del Consiglio regionale”.
L'attacco della consigliera non si placa: "non è la prima volta che assistiamo a questi atti di assoluta scorrettezza istituzionale che impediscono il regolare ed efficace esercizio delle funzioni consiliari. É accaduto anche l'11 giugno scorso quando il Gruppo M5S ha presentato istanza di accesso agli atti per poter acquisire copia della richiesta di deroga per la riapertura del Punto nascita dell’Ospedale Paolo Merlo di La Maddalena. Anche in quell'occasione, infatti, trascorsi più di trenta giorni dalla presentazione dell'istanza, la Regione non ha risposto. Tutto ciò che abbiamo ottenuto è ancora una volta un vergognoso silenzio”."Rimane una pietra miliare di questo impegno - ricorda il Presidente Solinas - la legge regionale n.26 del 1997, voluta fortemente dall’Assessore sardista alla pubblica istruzione Serrenti, ma sono ancora molti gli atti e i provvedimenti che bisogna adottare per avvicinare nell’Isola il sardo ad una reale equiparazione con la lingua italiana. In questa giornata - prosegue Solinas - in cui si recuperano i valori identitari dell’appartenenza attraverso il linguaggio comune ad una entità etnolinguistica ed etnoculturale, non possiamo dimenticare che per noi la lingua sarda costituisce uno degli elementi fondamentali per lo status di Nazione del Popolo sardo. Tra gli aspetti che necessitano una immediata rivisitazione vi è il fatto che nel nostro Statuto Speciale di Autonomia non è ancora contemplata una norma che in qualche modo richiami e contenga la lingua e la cultura isolana. Mentre, per contro, negli Statuti della Valle d’Aosta e del Trentino Alto Adige, per quanto emananti nello stesso periodo, tali norme son ben presenti. Il che ha consentito il riconoscimento di un pacchetto di misure e agevolazioni da parte della Repubblica proprio in ragione del fatto di essere territori aventi lo status di minoranza etnolinguistica. In ambito regionale, l’iter per l’approvazione di un testo di legge sulla lingua sarda è stato travagliato, con la prima proposta che arrivò nel 1978 a trent’anni dall’entrata in vigore dello Statuto. Seguirono nel 1980 una proposta di iniziativa consiliare e, nello stesso anno, un disegno di legge nazionale. Ma, come detto, solo nel 1997 , a seguito di discussioni molto accese e con un iter legislativo alquanto travagliato, fu approvata ed entrò in vigore la legge regionale n. 26 del 15 ottobre 1997 concernente “Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua sarda”.
Secondo il presidente della Giunta Regionale, la lingua sarda, con tutti i suoi risvolti culturali, politici e sociali, è stata sottovalutata per molti decenni. In questo senso - precisa Solinas - "la giornata internazionale della lingua madre ci induce, quindi, ad una più profonda riflessione sul problema, per fare in modo che rinasca un interesse finalizzato a recuperare Sa Limba nel suo valore sociale e culturale in un novellato quadro normativo che miri a coltivarlo e a salvaguardarlo, garantendo con sa Limba la conservazione e lo sviluppo dell’identità del popolo sardo. Questa giornata in particolare, insiste Solinas - ci ricorda che l’uso della lingua materna nell’ambito della comunità di appartenenza si pone quale elemento fondamentale di identità culturale e come mezzo primario di trasmissione dei relativi valori e, conseguentemente, di garanzia dell’esistenza e della continuità del grande patrimonio, spesso lascito di una grande civiltà – nel nostro caso quella nuragica- proprio di ciascuna comunità etnica"."Il messaggio che deriva dalla celebrazione di questa giornata per noi sardi, conclude il Presidente Solinas, è quello di unire il tema della tutela dell’identità linguistica e culturale a quello della condizione fisico geografica di insularità, privilegiando le peculiari condizioni storiche, sociali e politiche del popolo sardo".